LA GRANDE STORIA DEL POPOLO DEL SOTTOSUOLO

Siamo stati migranti, pionieri e minatori. Abbiamo raggiunto terre lontane con la nostra valigia di cartone, convinti che esistesse una terra promessa dagli agenti di emigrazione e dalle lettere dei parenti. Molti avevano un appuntamento con il proprio destino in una miniera sperduta da qualche parte. E laggiù, nelle profondità della terra, con la morte sulle spalle, abbiamo conosciuto un nuovo spirito di fratellanza, di fiducia reciproca e di appartenenza alle nostre origini italiane. Abbiamo lavorato a Monongah, in West Virginia, in condizioni di semi schiavitù, e nel 1907 quasi duecento di noi hanno trovato la morte nel più tragico incidente minerario della storia americana. Abbiamo vissuto nel villaggio minerario di Dawson, oggi un paese fantasma del New Mexico, dove cento quarantasei italiani non sono più risaliti dopo l’esplosione del 1913. Eravamo a Marcinelle, in Belgio; sfruttati, emarginati, trattati spesso come bestie. Ed eravamo in tanti, là sotto, la mattina dell’8 agosto del 1956 a soffocare nella miniera di carbone Bois du Cazier. Venerdì 24 febbraio, al Laboratorio di Jesi, scenderete nelle vene della terra, che in fondo sono anche le vene della Storia. Tra lotte per il futuro, tragedie minerarie e nostalgia per la propria terra, ascolterete il ricordo di una partita di Coppa dei Campioni tra il grande Liverpool e una squadra di minatori, in parte italiani. Una partita di calcio che non era una semplice partita.

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